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L'assessore Antonini e la croce celtica. PD: 'Atto particolarmente grave e vergognoso'

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Partito Democratico

L’ostentazione ripetuta (e ovviamente non solo) del Simbolo della croce Celtica ha consentito ad Andrea Maria Antonini di fare ininterrottamente l’assessore alla cultura per ben quindici anni (10 Anni al Comune di Ascoli Piceno e cinque anni alla Provincia).

Nella giornata di domenica 5 gennaio, sulla stampa online nazionale e sui social network abbiamo assistito alla pubblicazione di una foto che ritrae l’Assessore Provinciale alla Cultura nonché Consigliere Comunale di Ascoli Piceno Andrea Maria Antonini allo Stadio Del Duca mentre indossa in bellavista una sciarpa con croce celtica.

Atto particolarmente grave e vergognoso in una giornata dall'alto valore simbolico, in cui settemila ascolani si sono stretti attorno ad un simbolo vero della città e del territorio: l'Ascoli Calcio.

Non solo, inoltre, la croce celtica è un richiamo all’estrema destra italiana e di per sé nega gli ideali di democrazia che caratterizzano la nostra comunità, ma è evidente l’inopportunità e l’incompatibilità dell’esposizione di quel simbolo da parte di un amministratore di due istituzioni insignite con la Medaglia d’Oro al Valor Militare per attività partigiana.

L’esposizione compiaciuta da parte di Antonini, che non è nuovo a farsi vedere con tali simboli, è evidentemente la continuazione di un tentativo di acquisire consensi nell’area dell’estrema destra anche in vista delle future elezioni amministrative. Siamo di fronte ad una perpetrazione di un’azione ben riuscita di adescare facili consensi elettorali tra alcune frange estremiste della tifoseria.

Antonini, in evidente difficoltà per una sempre minore presa delle ideologie sulla società e anche, ci pare, tra la tifoseria stessa, continua a perpetrare il suo rituale nell’avvicinarsi alle imminenti elezioni amministrative.

Tale comportamento appare in palese contraddizione con il pensiero di Costantino Rozzi del quale Antonini tiene una delle più belle foto sulla sua bacheca facebook. Più di una volta, infatti, Rozzi si espresse contro la strumentalizzazione politica dell’Ascoli Calcio.

Celebre e significativa una delle frasi che riassume il suo pensiero: “Quando si tratta di delinquenti, non ammetto che si nascondano sotto la bandiera bianconera. Contro il Bologna ho visto lo striscione con la foto di Mussolini e mi sono vergognato. Di questa gente non abbiamo bisogno.” Chi ha consentito in questi quindici anni di esercitare impunemente il ruolo di Assessore è Piero Celani che anziché ritirare le deleghe ad Antonini prima da Sindaco e poi da Presidente della Provincia l’ha, di fatto, sempre difeso consapevole del consenso elettorale da questo veicolato. Si ricorrono voci oggi, che il suddetto Antonini potrebbe essere tra i papabili assessori alla cultura, nel caso di una riconferma di Castelli a Sindaco di Ascoli.

Chiediamo al Presidente Celani e al Sindaco Castelli di uscire da ogni atteggiamento equivoco e prendere una posizione chiara di condanna con atti concreti: Celani ritiri le deleghe di Assessore al signor Antonini; Castelli condanni pubblicamente il gesto vergognoso del Consigliere Comunale impegnandosi a non candidarlo nelle sue liste alle prossime amministrative e nel caso (che noi riteniamo improbabile) di riconferma a Sindaco di Ascoli di non incaricare Antonini ad alcun ruolo assessorile, men che meno quello della Cultura al Comune di Ascoli.

Sarebbe inaccettabile che un fiero espositore di simboli come la croce celtica arrivasse a un ventennio di mandato assessorile in una città dalla grande tradizione antifascista e partigiana.

Siamo stanchi della connivenza con simili atteggiamenti di chi ricopre importanti ruoli istituzionali.



Partito Democratico

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-01-2014 alle 12:31 sul giornale del 07 gennaio 2014 - 2051 letture