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comunicato stampa

Alla ricerca della Basilica di Vitruvio a Fano: al via il progetto

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Una serie di rilievi e indagini per aggiornare e ridefinire la Pianta archeologica della città di Fano, per comprendere meglio il disegno urbano dell’area forense di Fanum Fortunae e, soprattutto, per cercare i possibili resti della “Basilica di Vitruvio”, anche attraverso “georadar”, metodologia non invasiva che, analizzando le riflessioni di onde elettromagnetiche trasmesse nel terreno, permette di rilevare evidenze archeologiche fino a 6/7 metri di profondità.

E’ questo l’obiettivo del progetto “ArcheoFano – Vitruvio”, presentato alla Provincia di Pesaro e Urbino dall’Università Politecnica delle Marche (Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Architettura - Dicea) e finanziato per 20mila euro nell’ambito del programma “Centoborghi”. L’iniziativa vede uniti, oltre a Provincia e Università, anche la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, il Comune di Fano ed il Centro Studi Vitruviani, tutti soggetti interessati a promuovere la conoscenza e valorizzazione della componente archeologica del territorio di Fano.

Ne hanno parlato in conferenza stampa l’assessore alla Cultura della Provincia Davide Rossi, il vice sindaco di Fano Maria Antonia Cucuzza, il Soprintendente per i Beni archeologici della Marche Mario Pagano, il responsabile scientifico del progetto “Archeofano - Vitruvio” per l’Università Politecnica delle Marche Paolo Clini ed il vice presidente del Centro Studi Vitruviani Odino Zacchilli.

“In un momento in cui si parla tanto di patrimonio archeologico e del dovere delle amministrazioni di tutelarlo – ha detto l’assessore Davide Rossi – noi passiamo dalle parole ai fatti, investendo 20mila euro per ‘mappare’ dal punto di vista archeologico la città, nella convinzione che a Fano il patrimonio archeologico possa fare da apripista per investire sulla sua vocazione classica, anche in chiave turistica. Tenteremo anche di ritrovare i resti della Basilica di Vitruvio, se mai questa fosse stata edificata a Fano. Sarebbe una scoperta di eccezionale valore per la città e per l’intera comunità scientifica”.

“Il progetto della Basilica – ha aggiunto il soprintendente Mario Pagano – rientra nelle grandi opere volute dall’imperatore Augusto, di cui quest’anno ricorre il bimillenario. Indipendentemente dal ritrovamento o meno di possibili resti, l’indagine che andremo ad effettuare consentirà di migliorare la pianta archeologica di Fano, di definire meglio il centro monumentale e l’importanza di questa città come scalo commerciale”. Il professor Paolo Clini si è soffermato sulle nuove tecnologie e sulla strumentazione all’avanguardia che l’Università Politecnica delle Marche metterà a disposizione delle istituzioni, tra cui il “Gis”, sistema informativo geografico a contenuti archeologici. Le indagini con il “georadar” partiranno in primavera, quando il tempo permetterà di avere terreni più asciutti, mentre la parte storiografica e di ricerca è già stata avviata.

“Ringrazio la Provincia – ha detto il vice sindaco di Fano Maria Antonia Cucuzza – perché oggi non è semplice reperire 20mila euro e metterli a disposizione per un’azione importante di ricerca archeologica nella città, che può avere grande valenza culturale e turistica”. Da parte sua, il vice presidente del Centro studi Vitruviani Odino Zacchilli ha evidenziato la disponibilità del Centro ad essere un punto di riferimento “anche per altri progetti riguardanti la matrice storico – culturale classica della città di Fano”.

Per definire le varie competenze, è stata firmata una convenzione, in base alla quale il Dicea realizzerà il progetto garantendone il coordinamento e la direzione scientifica (oltre a mettere a disposizione strutture e attrezzature), la Provincia assicurerà il sostegno economico, la Soprintendenza parteciperà alla direzione scientifica e pubblicazione dei risultati, attuando una supervisione storico – scientifica del progetto, il Comune di Fano metterà a disposizione le aree oggetto di indagini (chiostro del Monastero Benedettine, Piazza Avveduti/Piazza Costa e giardino interno via Nolfi/via Vitruvio), il Centro Studi Vitruviani garantirà supporto logistico e segreteria, collaborando con il Dicea nella ricerca di fonti archivistiche e realizzazione di indagini e pubblicazioni (prevista la produzione di materiale cartografico e documentario a supporto di eventuali saggi e campagne di scavo), avvalendosi anche della collaborazione dell’Università di Urbino attraverso la dottoressa Valeria Purcaro.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-01-2014 alle 16:28 sul giornale del 15 gennaio 2014 - 2674 letture