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comunicato stampa

Calcio: Catanzaro-Ascoli. Conosciamo gli avversari

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Si chiama Catanzaro ma è targata Cosentino la società, la più blasonata della Calabria, che venerdì sera ospiterà l'Ascoli al Nicola Ceravolo. Cosentino è il suo presidente, arrivato da due anni con l'obiettivo di riportare in auge le aquile che negli anni 70 fecero sognare tutto il meridione con 7 campionati di serie A e partite memorabili come la vittoria sulla Juventus in casa o un 3 a 1 esterno a Roma con gol da calcio d'angolo di Massimo Palanca, leggenda sportiva di una città innamorata del pallone.

Prima di Cosentino il "puzzo" del fallimento era fortissimo e la città si apprestava a seppellire quello che è il cordone ombelicare tra tutti i cittadini: il Catanzaro. Ma l'estate di 3 anni fa, per carità divina, spunta Giuseppe Cosentino, in arte Gicos (per via della sua azienda) che rimette in piedi la società -all'epoca in C2- e subentra con l'entusiasmo di un uomo che vuole portare i colori giallorossi ai fasti di un tempo. Lui, reggino di nascita, era stato il main sponsor della Reggina Calcio per dieci anni (quelli della serie B e A) ma una rottura con Lillo Foti lo portò alla decisione di prendere le redini del Catanzaro. Arrivato ad agosto inoltrato si affida a Ciccio Cozza, storico capitano proprio della Reggina, per creare dal nulla una nuova società. Cozza è il suo pupillo, il suo braccio destro, il suo allenatore, il suo Ds. E' un nuovo Ferguson che dal settore giovanile alla prima squadra capeggia sui tre colli del capoluogo calabrese. I risultati danno ragione a Cozza e a maggio, dopo solo 8 mesi di gestione, arriva la promozione in Prima Divisione. La conferma è obbligatoria e il rapporto tra i due sembra idilliaco. Cosentino ripone in Cozza fiducia totale e a lui dà carta bianca per la formazione dell'organico del Catanzaro 2012/13. Il tecnico porta in Calabria giocatori con il curriculum vacante di esperienze in Prima Divisione. La tifoseria e la stampa iniziano a storcere il naso ma Cosentino, intanto divenuto un idolo in città, non vuole sentire di un Cozza in discussione. Ma il campionato non darà soddisfazioni. Nonostante i proclami del tecnico la squadra stenta e ristagna nei bassifondi. Parte della tifoseria chiede la testa di Cozza ma Cosentino, dopo diverse sconfitte, si dimostra sempre convinto delle capacità del suo piccolo Ferguson. A marzo si rischia di ritornare in Seconda Divisione, Cosentino simula amore incondizionato per Cozza ma inizia a dubitare del suo pupillo al punto da contattare un nuovo Ds: Armando Ortoli. Ormai la rottura è vicina. Alla terzultima di campionato, per ottenere la salvezza, Cozza viene esonerato e Ortoli chiama D'Adderio per sole due partite. Arriveranno 4 punti e la salvezza.

L'estate appena trascorsa è una nuova scommessa. Via Cozza, via anche D'Adderio. Ortoli, ormai braccio destro del presidente, fa capire alla piazza che per tornare in serie B c'è bisogno di tempo e programmazione. Così, discutendo anche del nuovo stadio, prende tempo e prepara la tifoseria ad un anno di transizione. Si parla di Moriero in panca e invece, a sorpresa, viene ingaggiato Oscar Brevi. La tifoseria, tra le più "pazze" d'Italia, si divide: qualcuno è contento "perchè è meglio andare cauti e affidarsi ad un giovane" mentre altri non accettano di dover farsi guidare da uno sconosciuto per una stagione di passaggio. Brevi, però, fa buona impressione e in ritiro guadagna fiducia. Il mercato è oculato: rimane Russotto, talento formidabile, Fioretti (il bomber) e va via il perno della difesa, Sirignano. Arrivano subito Marchi, Ferraro, Calvarese, Rigione, Uliano, Martignago e Germinale oltre al portiere Scuffia. Sembra una squadra che deve lottare per salvarsi. Nonostante tutto si timbrano i soliti 2mila abbonamenti e alla prima di Coppa il Ceravolo segna 4mila presenze. La piazza, ancora una volta, risponde. Così Cosentino fa gli ultimi sforzi e a chiusura del mercato arrivano Vitiello, Tortolano e Bindi. Il primo è un centrocampista di tantissima qualità con 100 presenze in B. Il secondo è un talento da che va a mille all'ora e il terzo è un portiere formidabile. La squadra prende forma.

Brevi mette in piedi un 4-3-3 o un 4-4-2 che si trasforma in 4-2-4 in fase di possesso. Bindi è il portiere, un fuoriclasse per la categoria. Catacchini, Rigione, Ferraro e Calvarese formano la linea difensiva. Sugli esterni difensivi non è formidabile questo Catanzaro ma in mezzo si fa sentire. La squadra è molto quadrata e subisce pochissimo, infatti finora ha incassato solo due gol di cui uno su rigore. A centrocampo Vitiello, Marchi e Benedetti fanno tanta legna e lavorano per i tre davanti che dimostrano di avere numeri importanti. Fioretti è terminale offensivo con due esterni molto tecnici e veloci: due tra Russotto, Martignago e Tortolano. Germinale fuori per squalifica, con lui la squadra perde in fantasia ma guadagna in fisicità. La città ha capito che nelle prossime tre partite (Ascoli, Perugia e Pontedera) si delinea il destino di questa stagione. La speranza è che si arrivi attaccati al treno fino a dicembre per poi convincere Cosentino a prendere il tassello che manca (un centrocampista con i piedi buoni). Contro l'Ascoli la curva festeggerà 40 anni di vita ultras, prevista una coreografia con tanto di festa. La stessa festa che da queste parti sognano da 10 anni: il ritorno in B. Comunque vada questa piazza non può contestare un presidente che ha levato l'Uesse dal baratro e oggi gli da credibilità e stabilità. Aspettando lo stadio nuovo Catanzaro si fa bastare la Prima Divisione.

Probabile formazione: Bindi in porta; Rigione e Ferraro convinti del loro posto; Catacchini a destra e ballottaggio tra Sabatino e Calvarese per la sinistra; Benedetti e Marchi intoccabili a centrocampo, rientra Vitiello e in avanti Russotto, Fioretti e uno tra Martignago e Tortolano, autore di una prestazione maiuscola domenica a Nocera.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 16-10-2013 alle 13:27 sul giornale del 17 ottobre 2013 - 1637 letture