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Editoriale

Ostetricia e Ginecologia un anno dopo: ancora un grazie ai professionisti che 'sfidano' i tagli

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A poco più di un anno di distanza dal mio primo parto, sono tornata "ospite" del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Senigallia e ho avuto modo di verificare cosa è cambiato e cosa no.

I cambiamenti purtroppo non sono buoni e sono quelli legati ai tagli imposti, in parte del Governo, in parte della scelte della politica regionale e dell'Asur. Il personale è sempre più ridotto all'osso, costretto anche a orari prolungati, a fronte di richieste comunque in crescita. Non è infatti una novità che il reparto di Ostetricia e Ginecologia sia una'eccellenza e proprio per questo venga scelto sempre di più anche da partorienti di altre città. Altra brutta novità è che proprio il reparto di Ostetricia sarebbe a rischio chiusura perchè “non in linea” con i parametri imposti dal Decreto Balduzzi. Nell'illogica ottica della spending review infatti devono sopravvivere sono i punti nascita che contano almeno mille parti l'anno. Su questa linea, all'interno dell'area vasta 2, a parte l'ospedale Salesi di Ancona (che sarà preservato), nessun presidio raggiunge questi numeri.

Senigallia con i circa 800 parti l'anno è tra gli ospedali più prolifici ma non basta. Di qui la decisione, che farà poi capo all'Asur, di mantenere un solo altro reparto di ostetricia. Senigallia dunque dovrà lottare per difendere la propria eccellenza contendendo il mantenimento del reparto con altre città come Jesi e Fabriano. Proprio la chiusura dei punti nascita è stato oggetto di dibattito anche all'Anci che nei giorni scorsi si si è riunito per discutere della questione. L'assemblea ha preso posizione difendendo con forza le eccellenze locali e chiedendo, contestualmente, per le strutture dove i punti nascita saranno chiusi, precise garanzie sul mantenimento, nella fase di transizione, di standard assistenziali ben precisi come le guardie pediatriche ed ostetriche. Per conoscere le sorti del reparto di ostetricia di Senigallia decisivi saranno i ruoli giocati, anche in sede politica dalle istituzioni locali, nei prossimi mesi.

Ecco invece cosa, fortunatamente, non è cambiato. Non sono cambiate le professionalità che vanta il reparto di Ostetricia e Ginecologia. Non sono cambiati l'impegno e la serietà che gli operatori, dai medici alle infermiere, alle ostetriche e al personale del nido, spendono ogni giorno nell'assistere le partorienti e le neo mamme. Doti che avrebbero potuto essere messe in crisi a causa delle difficoltà con cui ogni giorno i professionisti del reparto devono confrontarsi ma così non è. In occasione del mio secondo parto ho avuto modo di vedere confermato quando già sperimentato un anno fa. Un grazie di cuore lo rivolgo a tutto lo staff che ha contribuito a rendere speciale il momento del parto. Dalle ostetriche Fabiola Girini e Lauretta Cecchetti, che mi hanno assistito durante e dopo il travaglio, all'equipe del dirigente dott. Diego Cingolani e la dott.ssa Alessandra Gentili, alle infermiere e ai medici del nido. Un grazie speciale per le sue doti professionali e umane alla dottoressa Veronica Quagliarini che ha fatto nascere mia figlia. La ringrazio anche per anche per aver reso, insieme al suo staff, la scelta di partorire in sala travaglio (la sala parto era occupata) un momento ancora più intimo e speciale.

Un anno dopo ad Ostetricia e Ginecologia le professionalità resistono e sono più forti della scure dei tagli ma la corda troppo tirata prima o poi si spezza. Alle istituzioni locali spetta il compito di scendere in campo con più incisività per dare maggior peso alla voce che si innalza da Senigallia e che pretende la difesa del presidio ospedaliero cittadino.



Questo è un editoriale pubblicato il 07-10-2013 alle 23:45 sul giornale del 08 ottobre 2013 - 7305 letture