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Consiglio Comunale aperto : Valmusone penalizzata. Per nascere si andrà a Jesi o Senigallia

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La foto con cui apriamo questo articolo la dice tutta sullo stato di frustrazione della Valmusone. Era infatti l’ottobre del 2009 quando il governatore Gian Mario Spacca convocò in un apposita conferenza stampa i sindaci di Osimo (in sua vece l’assessore alla sanità Gilberta Giacchetti) e Loreto (l’allora sindaco Moreno Pieroni) per presentare e sottoscrivere il protocollo d’intesa che garantiva la salvaguardia dei servizi sanitari già presenti nel S.S. Benvenuto e Rocco di Osimo e nel Santa Casa di Loreto, in attesa della realizzazione del nuovo ospedale di rete-Inrca all’Aspio di Camerano.

'Pacta sunt servanda' direbbero i latini, 'in realtà gli unici a rispettare il protocollo sono stati i comuni di Osimo e Loreto, la Regione invece - ha ricordato durante il consiglio comunale straordinario a sostegno della sanità a sud di Ancona, il sindaco Stefano Simonciniha completamente disatteso l’accordo. I lavori di ampliamento del pronto soccorso sono infatti fermi nonostante la nostra disponibilità ad investire ben 200 mila euro. Abbiamo primariati scoperti, ci viene tolta l’auto medica h24 e le partorienti per far nascere le nuove generazioni dovranno recarsi a Jesi, Senigallia e, in caso di complicazioni, al Salesi'.

Questa è solo una parte delle dichiarazioni emerse durante il dibattito consiliare. Una seduta che si è svolta nel suggestivo atrio comunale con tantissime persone che, fino a tarda sera, sono rimaste anche in piedi ad assistere ai lavori. Il tema dell’assistenza sanitaria è infatti molto sentito nella comunità della Valmusone, anche se chi dovrebbe occuparsene sembra proprio che non se ne sia accorto. Il bacino di utenza è superiore ai 100 mila abitanti e d’estate rasenta i 180 mila, diventa quindi quanto mai opportuno garantire servizi di prima necessità come il pronto soccorso e l’automedica, ma soprattutto mantenere le eccellenze. Il reparto di ostetricia e ginecologia è una di queste anche perché è stato insignito del prestigioso riconoscimento Unicef “Ospedale amico del bambino”. Il reparto chiuderà con l’attuazione del nuovo piano delle reti cliniche, che entro il 2014 andrà a regime e quindi prima della realizzazione dell’ospedale di rete, contraddicendo quanto stabiliva lo stesso protocollo d’intesa.

'Alla Regione non si chiede l’impossibile, ma di ascoltare il territorio e confrontarsi con esso. Per il sistema sanitario regionale – ha aggiunto Simoncini – si è delegato troppo ai tecnici che non hanno tenuto conto delle esigenze della popolazioni e nel nostro caso nemmeno dei numeri. Si vuole chiudere infatti un reparto con oltre 750 nascite l’anno ed in costante crescita rispetto a Jesi e Senigallia'.

Il consigliere comunale Dino Latini, che siede anche nei banchi dell’Assemblea Legislativa delle Marche – ha ricordato che 'i 185 milioni di tagli alla sanità da parte del governo nazionale si possono ammortizzare solo in una razionalizzazione capace ed intelligente della spesa sanitaria regionale. Questo è il compito della nostra Regione non i tagli secchi che penalizzano i territori, perché altrimenti si rischia di spendere due volte'.

'Che la situazione della sanità del territorio a sud di Ancona sia preoccupante è ormai un dato di fatto – ha sottolineato il presidente della commissione sanità Daniele Bernardinici sono colleghi di altissima professionalità che offrono un eccellente servizio all’interno del nostro ospedale non tenendo conto di ferie o riposi. Un buon amministratore dovrebbe metterli in condizione di lavorare serenamente ed invece al pronto soccorso sono costretti a lavorare in spazi insufficienti. Però nonostante questo il servizio è ottimo e viene apprezzato dall’utenza. Anche il Pd è quindi favorevole all’ordine del giorno che chiede il mantenimento di ostetricia e ginecologia, la possibilità di inserire il reparto nel nuovo ospedale di rete e l’auto medica h 24'.

Alla seduta sono intervenuti come ospiti il sindaco di Loreto Paolo Niccoletti che ha invitato tutte le istituzioni del territorio a muoversi all’unisono con un’azione corale a difesa della sanità della Valmusone, ed il consigliere regionale Moreno Pieroni. Quest’ultimo ha ricordato come si sia opposto insieme al collega Latini alla riforma sanitaria fino a bocciare lo stesso piano che non recepiva gli emendamenti proposti dai due rappresentanti dell’area a sud di Ancona. 'Le richieste fatte dalla Valmusone - ha spiegato l’assessore alla sanità Gilberta Giacchetti - non sono il frutto di mero campanilismo, ma rispettano quanto stabiliscono gli stessi criteri del nuovo piano di rete cliniche che invita al mantenimento delle strutture funzionanti di eccellenza. Il reparto di ostetricia e ginecologia è una di queste. Il taglio quindi diventa discriminatorio nei confronti del territorio. La presenza di automediche secondo il tanto decantato decreto Balduzzi deve essere di una ogni 60 mila abitanti. In pratica la zona a sud di Ancona con oltre 100 mila abitanti avrebbe diritto ad averne almeno due anche perché la popolazione estiva raddoppia per via dei turisti presenti lungo la riviera'.

I rappresentanti di regione, il dottor Gigliucci, ed Asur il dott. Caraffa, nei loro interventi non hanno aggiunto niente di nuovo rispetto a quanto viene ripetuto da mesi dai rispettivi enti. Il sindaco Simoncini in chiusura dei lavori, che hanno visto l’approvazione all’unanimità l’ordine del giorno – ha chiesto un tavolo di confronto con il governatore Spacca, il direttore dell’Asur Ciccarelli e l’assessore regionale alla sanità Mezzolani affinché si arrivi a delle scelte condivise con il territorio. 'Comunque l’Amministrazione Comunale si adopererà in tutti i modi per far valere le esigenze della sua comunità e di tutta la Valmusone'.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-08-2013 alle 16:05 sul giornale del 07 agosto 2013 - 2950 letture