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Pellegrini (Pd): 'Su Astea troppi lati oscuri. Il presidente Mengoni faccia chiarezza'

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mauro pellegrini, segretario Pd Osimo

Sulle vicende degli esposti anonimi che negli ultimi tempi si sono appuntate sull'Astea, mantenendo ferma l'ovvia considerazione che eventuali fatti penalmente rilevanti saranno accertati dalla competente magistratura, alcune considerazioni politiche si impongono: ma per far questo è opportuno muovere da una premessa di ordine generale.

Nel corso degli anni '90, nel nostro Paese, si è ripensata culturalmente la gestione dei servizi pubblici: l'idea era che liberalizzando i servizi e trasformando le vecchie aziende municipalizzate in società di diritto privato, si cacciasse la politica, l'invadenza dei partiti e le relative clientele dalla gestione di importanti servizi aventi carattere industriale ed economico. Così però non è stato. La libertà per i Comuni ed altri enti pubblici di costituire società di diritto privato è stata spesso impiegata per sistemare i fedeli nei consigli di amministrazione, avere mano libera nel ricorso alle consulenze e soprattutto nelle assunzioni, e scaricare su queste società costi e debiti che altrimenti sarebbero gravati sul bilancio dell'ente pubblico.

Di questo fenomeno, nel tempo il legislatore, anche se tardi, si è reso conto e ha cercato di porre alcuni rimedi, ma l'andazzo in generale è stato questo, e la nostra città non ha fatto eccezione. Insomma, la partitocrazia che si voleva cacciare dalla porta, invece è rientrata dal 'portone' delle s.p.a. e delle s.r.l. più forte e arrogante di prima. Per questo motivo suscita sorriso l'affermazione del buon Mengoni che invoca a gran voce che sull'Astea non si tiri in ballo la politica. Suscita sorriso perchè Mengoni, benchè si fregi della qualifica di tecnico e amministratore delegato, pur essendo privo di un curriculum professionale adeguato per rivestire tale ruolo, è lì solamente grazie a quella politica che vuole piazzare a tutti i costi propri uomini in aziende strategiche.

Che dire invece della Bordoni di Astea Energia? Qualcuno pensa, in assoluta onestà intellettuale, che il motivo della nomina sia estraneo al fatto che è l'assistente del consigliere regionale Latini, capo indiscusso delle liste civiche osimane? Se svariati anni fa, quando ancora l'Astea non era una s.p.a. ma un'azienda speciale, fu nominato presidente un professionista noto, stimato e preparato come l'avvocato Livio Bonci, è possibile che oggi la politica non riesca ad esprimere, alla testa della più importante società pubblica osimana, nominativi inappuntabili quanto meno sotto il profilo del curriculum professionale? Con l'auspicio che in vista del prossimo rinnovo dei vertici dell'azienda, sia il Comune di Osimo che gli altri comuni soci, facciano questo sforzo di 'volare alto', passiamo ora a quanto appreso dalla stampa circa il contenuto dell'esposto.

Tra le notizie più interessanti, confermate peraltro dallo stesso Mengoni nell'intervista sul Corriere Adriatico del 17 aprile u.s., due in particolare meritano attenzione: la prima è l'attribuzione di un compenso di 20.000 euro come premio di produzione per il bilancio di Astea Energia; l'altra è un compenso di 20.000 euro per aver modificato lo statuto della Nova Energia, che al 100% è di Astea spa.
Ora proviamo a fare insieme qualche conto della serva. Sino al 2007 il cda di Astea era costituito da 11 consiglieri e la spesa complessiva per le indennità era di 142.500 mila euro e non era compreso il compenso dell’amministratore delegato. Con la finanziaria del 2007, che prevedeva una riduzione del numero dei consiglieri a cinque, oltre al presidente e vice presidente, invece di procedere alla riduzione del numero dei consiglieri di parte pubblica, come prevedeva la legge, con l’accordo di tutti i comuni, il cda decise di ridurre il compenso dei consiglieri in carica in modo da non superare l’ammontare, previsto dalla nuova legge, di 109.000 euro. Di conseguenza il presidente era sceso a 33.700 euro e il vice a 9.333 euro, i consiglieri, sempre in numero di otto, a 7.333 ciascuno.

Con il rinnovo del consiglio di amministrazione, in carica dal 4 marzo 2010, con conseguente diminuzione dei consiglieri, sono stati modificati di nuovo i compensi del cda mantenendo sempre lo stesso costo in 109 mila euro. Ora al presidente vanno 33 mila euro, al vice 24.480 e ai consiglieri di parte pubblica 11.016 ciascuno. All’indennità del presidente va aggiunta anche quella come amministratore delegato. Insomma, il Presidente Mengoni, sommando la carica di Presidente e di amministratore delegalo di Astea spa, percepisce 48.000 euro annui. Se a questi aggiungiamo il premio di risultato che riguardava Astea Energia di euro 20.000, appreso dalla stampa, ecco che nell'anno il compenso complessivo sale a 68 mila euro.

Su questo ovviamente non c'è nulla di illecito, ma come sempre vi è una questione di opportunità politica. E' giusto attribuire premi di risultato ad amministratori di società che erogano servizi in pressocchè regime di monopolio? Non è opportuno che anche una società pubblica come l'Astea tenti di rispondere alla forte domanda sociale di riduzione dei costi della politica? Ma non è finita qui. Mengoni ci dice sulla stampa che ha percepito altri '20.000 euro per aver modificato lo statuto della Nova Energia, che al 100% di Astea spa'. Cosa significa? Si tratta forse di un contratto di consulenza per la modifica dello Statuto? Su quest'ultimo punto le cose non sono affatto chiare e invitiamo il Presidente dell'Astea a chiarire quanto prima.



mauro pellegrini, segretario Pd Osimo

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-04-2013 alle 16:03 sul giornale del 19 aprile 2013 - 1947 letture