Concessioni balneari, proroga di 5 anni: le associazioni non si accontentano
Proroga di 30 anni per le concessioni demaniali marittime bocciata dalla commissione bilancio del Senato. L'emendamento al testo del decreto sviluppo presentato dai relatori Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd), che chiede di posticipare al 2045 la scadenza per le concessioni delle spiagge stabilita nel milleproroghe del 2010 (fissata per il 2015), è stato bocciato martedì a Palazzo Madama.
La commissione bilancio ha concesso una proroga di 5 anni. “I 5 anni di proroga non fanno bene alla categoria anche se tengono alta l'attenzione sulla questione- afferma Giacomo Cicconi Massi di Oasi Confartigianato- E' una risposta che scoraggia gli operatori balneari”.
Il presidente Sib-Confcommercio di Senigallia Giancarlo Ciccolini, pur non ritenendo la proroga una soluzione, considera i 5 anni una boccata d'ossigeno. “Non conosciamo ancora il testo integrale. Occorre valutare la proroga inserita nel decreto completo, tuttavia possiamo considerarlo un piccolo passo in avanti- sottolinea Giancarlo Ciccolini- E' una boccata d'ossigeno che ci dà tempo e fiato per continuare la nostra battaglia. Ovviamente non è la soluzione”. Le associazioni balneari chiedono infatti una proroga come quella spagnola che concili diritto al lavoro e tutela ambientale e escluda il settore dalla Direttiva Bolkestein.
“La nostra battaglia potrà ritenersi conclusa solo con l'uscita dalla direttiva - conferma Ciccolini- Lavoreremo quindi affinchè il Governo vada a Bruxelles a trattare e risolvere la questione”. Gli operatori balneari si dicono pronti a tornare in campo con manifestazioni e proteste affinchè il Governo ascolti il parere della categoria, appoggiato da Regione e Provincia, e predisponga una normativa sulle concessioni demaniali che non metta a rischio il futuro delle imprese balneari e turistiche. Fonte economica importante per l'intero Paese.
“Questo è quello che vogliamo”-osservano le associazioni balneari che in alternativa propongono soluzioni di tutela per gli operatori. “Se non è possibile omologarsi al modello spagnolo occorre predisporre un decreto che preveda elementi di tutela per gli operatori balneari come ad esempio delle premialità-conclude Cicconi Massi- Paletti che permettano alla categoria di tirare il fiato e stare tranquilla”.
Questo è un articolo pubblicato il 05-12-2012 alle 00:29 sul giornale del 05 dicembre 2012 - 7187 letture
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