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Fano: stroncato maxi giro di usura. Due vittime anche nella provincia di Ancona

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Guardia di finanza

Stroncato, dal parte della Guardia di Finanza di Ancona, un maxi giro di usura. Tredici calabresi denunciati, tra questi anche un soggetto vicino alle cosche dell'ndrangheta. Individuato anche il Dominus, denunciato insieme a moglie e figlia. Due vittime anche nella provincia di Ancona.

Il Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria di Ancona ha eseguito - su disposizione dell’Autorità Giudiziaria dorica - tra le regioni Marche e Calabria sei perquisizioni domiciliari ed un decreto di sequestro preventivo di 12 immobili appartenenti a quattro società tutte rinconducibili ad un noto pluripregiudicato, nonchè Dominus di una criminalità organizzata. Si tratta di un 47enne di professione muratore residente nel fanese, ma di origini calabresi. L'uomo, da oltre un decennio, era dedito ad numerose condotte delittuose da truffa a stalking fino anche al possesso di una modica quantità di stupefacente.

L'indagine da cui sono scaturite le tredici denunce è stata possibile anche grazie al monitoraggio territoriale svolto dal GICO, Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, per la presenza di un gruppo calabrese anche con vincoli di parentela, ma residente nel territorio fanese. Tra questi anche un arrestato dal Tribunale di Palmi, sempre per usura, nel calabrese dove era ritornato da poco. Ma a mettere nei guai il gruppo la discrepanza tra reddito ed il patrimonio accumulato. Il Dominus, in particolare, solo nel 2010 aveva dichiarato un reddito complessivo di mille euro, mentre negli anni precedenti nulla, ma in realtà secondo i movimenti bancari aveva un traffico da un milione di euro, solo una differenza di molti zeri.

Prestiti a veri e propri tassi usurai che oscillavano dal 95% ed il 183%. Tra le vittime accertate imprenditori pesaresi, ma anche operai e gente comune in difficoltà economiche proprio come quelle della provincia di Ancona, nell'ex comune di Ripe ed ora Trecastelli. Il Dominus con il provento illecito effettuava compravendite immobiliari, movimentando così ingenti somme di denaro per diversi milioni di euro per transazioni, poi, rivelatesi fittizie. Nè mancavano di effettuare, tramite l'accensione di mutui, truffe agli Istituti di Credito.

La misura cautelare è stata disposta dal Tribunale di Ancona con l'accusa di "trasferimento fraudolento di valori e di usura". Nell’operazione denominata “Aspromonte” che potrebbe risevare altri risvolti, inoltre, sono stati sottoposti a sequestro preventivo 6 appartamenti, 6 garage o cantine e 4 società che rappresentano le “casseforti” di famiglia, dove confluivano anche ulteriori 19 immobili e terreni. Il tutto per un valore di mercato di diversi milioni di euro. Questa - ci dicono gli inquirenti - è una delle prime volte in cui nelle Marche vengono sequestrati beni immobili adottando la speciale legislazione antimafia basandosi sul reato di trasferimento fraudolento di valori previsto dall’art. 12 quinquies del D.L. 306/92.





Guardia di finanza

Questo è un articolo pubblicato il 15-07-2014 alle 12:32 sul giornale del 16 luglio 2014 - 2955 letture