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comunicato stampa

Jesi e movida, Giuliodori (Confesercenti): 'No a confilitti, sì a progetto condiviso'

3' di lettura
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da Confesercenti Jesi


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È preoccupante il clima ostile e negativo che si va creando intorno al problema della vita sociale, serale e notturna del centro storico a Jesi e della contrapposizione tra residenzialità e imprese. Tra musica (non rumori) e chi giustamente reclama ammortizzatori alla movida.


Nessuno mette in dubbio che esista un problema di vivibilità notturna peraltro in alcune limitate zone dove i comportamenti maleducati e incivili di alcuni compromettono il benessere di tanti. Questo degrado comportamentale produce effetti negativi sull’ambiente, e colpisce non soltanto i residenti ma anche tutti quelli che hanno a cuore la vita sociale e le imprese che lavorano in questa città.

Il degrado notturno colpisce quindi i locali serali, colpisce i loro clienti, colpisce i loro lavoratori. Per risolvere questo occorre disponibilità, sensibilità e equilibrio che gli imprenditori stanno dimostrando individuando soluzioni che sono state posta all’attenzione delle massime istituzioni chiamate a governare la città e a mantenerne la vivibilità. Le imprese non sono "agenzie educative" e non possono sostituirsi a chi è preposto alla sicurezza pubblica.

È in questa ottica che, in maniera matura e intelligente ha mosso i primi passi un codice di condotta/autodisciplina come primo di collaborazione verso un Patto della Notte dedicato alla situazione contingente. Il controllo territoriale, ottenuto grazie alla collaborazione di tutti, è l’unica ricetta efficace per risolvere alla radice il problema.

A maggior ragione riteniamo che continuare nella ricerca di pericolose e impraticabili strade alternative quali richieste di intervento della magistratura (che non può risolvere un problema complesso e sociale che afferisce alla sfera politica) o peggio ancora ordinanze restrittive che senza affrontare il problema del controllo territoriale si limitino a provare di proibire o a limitare la vita sociale chiudendo alcune delle attività commerciali che operano in loco, producendo danni al tessuto economico e lavorativo e alla città nel suo complesso, non porti altro che perdita di tempo e crei quel clima sfavorevole che ostacola la ricerca della soluzione.

Continuare a contrapporre presunti conflitti di interesse e di diritti (la quiete contro il lavoro e il divertimento) è pura mistificazione e serve solo a creare comode ribalte per interessi personalistici di visibilità e protagonismo. La verità è molto più complessa e articolata, ma non sfugge certo di vista a chi, in una qualsiasi vivace serata a Jesi, abbia la pazienza (unita all’onestà intellettuale) di passare un paio di ore seduto ai tavoli o passeggiando per le stradine del centro tra locali vecchi e nuovi che illuminano la città e creano riccezza che lasciano al territorio.

Ribadiamo il nostro impegno come Confesercenti a partecipare a un progetto condiviso di gestione della città, di revisione dei regolamenti, al quale le imprese della ristorazione (tutte e in tutti i format) sapranno sicuramente dare il loro prezioso e necessario contributo, convinti che questa, fare fronte comune tra residenti, commercianti, utenti, pubblici amministratori e forze dell’ordine, sia l’unica strada percorribile, accettabile e soprattutto efficace.

Lo sforzo in atto per colmare un vuoto progettuale e programmatico creato da anni di disattenzione vede oggi nuovi imprenditori credere nel centro di Jesi, credere nella sua rinascita culturale in un politeismo alimentare ed in un in trattenimento sano rispettoso delle regole dove pero ognuno faccia la sua parte senza invasioni di campo.



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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-07-2014 alle 10:39 sul giornale del 05 luglio 2014 - 1927 letture