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Ostra: cippo della discordia, è guerra ideologica tra fascisti e partigiani

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Un cippo dedicato a cinque cittadini fucilati dai partigiani perchè accusati di essere fascisti fa scoppiare un vespaio di polemiche

A suscitare la reazione del PdCI delle Marche, che chiede il ritiro dei permessi concessi dal Comune di Ostra e dalla Provincia di Ancona, è l'iniziativa intrapresa da un privato cittadino che ha chiesto l'autorizzazione per apporre un cippo alla memoria di cinque cittadini fucilati dai partigiani. Ad essere uccisi nel 1944 furono Armeno Monti, Capitano della GNR, Cristianzano Nardi, fondatore del Fascio a Ostra, Faustina Marcellini, Licurgo Allegrezza, che avrebbe partecipato al plotone di esecuzione dei partigiani, e il priore di S.Maria don Nazareno Pettinelli, accusato di adesione al fascismo .

La diatriba, ancor prima che idiologica, affonda le radici negli anni bui e tragici della guerra civile scoppiata in Italia al momento del ritiro delle truppe tedesche e all'arrivo delle forze Americane. Il cippo infatti verrà eretto lungo la provinciale che costeggia le mura, nello stesso punto in cui avvenne la fucilazione. Sta di fatto però che quel tratto di provinciale, che si chiama “Via dei Partigiani”, ospita già, a pochi metri di distanza, una lapide ai partigiani fucilati a loro volta dai nazi-fascisti, Pietro Brutti, di Ostra, Alessandro Maggini, di Ancona, e Amedeo Galassi, di Ostra.

Per il PdCI, che ha avviato una raccolta di firme, il secondo cippo non deve essere eretto. “E'chiaro lo scopo provocatorio della richiesta avanzata dal prete di Ostra (don Umberto Gasparini ndri) di confondere insieme nello stesso luogo i combattenti che versarono il sangue per la libertà e l’indipendenza dell’Italia nella Resistenza, con i sostenitori e complici riabilitati di Hitler e Mussolini -afferma il segretario regionale del PdCI Fosco Giannini- Purtroppo con atto grave e irresponsabile, non ponderato nel suo significato, il commissario alla Provincia di Ancona Patrizia Casagrande, ha dato la sua autorizzazione con atto del 23 gennaio 2014 e a seguire anche la Commissione edilizia del Comune di Ostra ha autorizzato con deliberazione dell’11 marzo 2014. Così dal punto di vista amministrativo tutto è pronto per la realizzazione di un monumento all’insegna della commistione ed equiparazione delle parti. Consideriamo che sia necessario rompere il silenzio e chiamare i cittadini, le associazioni e le forze antifasciste e democratiche a mobilitarsi per impedire un tale scempio e perché siano revocate dalla Provincia e dal Comune le autorizzazioni concesse con leggerezza irresponsabile”.



Questo è un articolo pubblicato il 20-05-2014 alle 22:54 sul giornale del 21 maggio 2014 - 3528 letture