Gli Onafifetti chiudono la rassegna di teatro cabaret al Circolo con 'Gli Jes(i) men – il pe…diluvio universale'

Si intitola “Gli Jes(i) men – il pe … diluvio universale” il nuovo spettacolo che gli Onafifetti presentano sabato 10 maggio, alle ore 20.45, al Circolo Cittadino di Jesi.

Ancora una volta è la sala del Lampadario ad ospitare, come già avvenuto nel corso dell’inverno, quella forma di spettacolo chiamata “Teatro – Cabaret” e che basa la sua forza sull’ironia e sulla satira, entrambe rivolte verso, più che contro, il Potere. Di qualsiasi colore ed estrazione esso sia.

Questa volta gli organizzatori del Circolo Cittadino hanno chiesto espressamente al gruppo jesino (Giovanni Filosa, Piergiorgio Memè, Mario Sardella e la giovanissima pianista Marta Tacconi) di preparare uno spettacolo dedicato esclusivamente alla città, senza dimenticare di coinvolgere lo stesso Circolo. Non si tratterà, in sostanza, di assistere all’usuale piéce che spazia nelle vicende nazionali ma stavolta gli Onafifetti sono tornati al passato, quando cioè esordirono, anni fa, prendendo di mira fatti e misfatti (frase fatta ma efficace) della città federiciana.

Per cui coloro che assisteranno si troveranno, forse, di fianco, anche alcuni dei personaggi di cui si parla sul palcoscenico. La forma della serata è quella di spettacolo più cena, preparata dal Ristorantino del Circolo Cittadino, una forma che, durante l’inverno, ha ottenuto moltissimi consensi. Lo spettacolo, come nella migliore tradizione del Gruppo, sarà, dunque, incentrato sui problemi, vecchi e nuovi, di Jesi, dai panettoni alle colombe, dalla viabilità agli impianti di risalita, dalle mense … e giù giù, tutto quello che offre la quotidianità. Anche con un confronto col passato che tanto remoto non è.

“Ci fa piacere - dice Carla Saveri, che si occupa come consigliera della realizzazione degli eventi - che siano gli Onafifetti a chiudere la nostra rassegna di cabaret, soprattutto perché i temi che affronteranno sono i temi che, nella nostra città, sono sulla bocca di tutti. Può essere anche uno stimolo ad affrontarli al meglio. E farlo con l’arma della satira non è usuale in momenti come questi”.