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comunicato stampa

Jesi sostenibile, 'L'amministrazione abdica alla sua funzione di garanzia e controllo'

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"Jesi sostenibile"


Consiglio comunale di Jesi

In data 30 settembre, il Consiglio comunale di Jesi (che ha visto altresì una poco significativa degli assessori), ha preso in esame l'atto d'indirizzo in tema di vivibilità della città e tutela alla salute e del patrimonio artistico- culturale, presentato il 7 febbraio u.s da 214 cittadini, bocciandolo (nonostante il voto favorevole del Pd, IDV e M5Stelle)  con le argomentazioni più svariate, alcune delle quali sicuramente inadeguate e non degne di un qualsiasi organismo elettivo e di rappresentanza,  quale è il consiglio comunale.

Con tale decisione, si esprime il massimo disinteresse per la tutela della salute dei cittadini e del patrimonio artistico culturale, di converso si fornisce la più ampia benevolenza ai sempre più spalleggiati esercenti, alcuni dei quali sono ancora (fino a qualche giorno fa) attori dei disagi che i cittadini, con una continuità disarmante, sono costretti a subire.  Tant'è che l'emerito Presidente del Consiglio comunale, uno dei fautori (insieme al Presidente della  prima Commissione Consiliare)  di quella risibile strategia che di fatto ha bloccato la discussione dell'atto per mesi, non ha lesinato la propria firma a favore di un codice di autoregolamentazione che trae la propria linfa vitale dal nostro atto di indirizzo, rinunciando così al ruolo di garanzia che la norma gli assegna e alla sua funzione di terzietà.   Nel frattempo, l'Amministrazione Bacci annuncia ufficialmente di aver definitivamente abdicato alla sua funzione di controllo, così come la normativa vigente gli impone.     Perché se è vero che il Comune di Jesi si trova "nella difficoltà di procedere a nuove assunzioni di personale per la Polizia Municipale" è altrettanto vero che non saranno possibili controlli né per le eventuali  infrazioni da parte di esercizi commerciali, né per eventuali reati o disordini o altro ancora.   Tradotto in soldoni, siamo di fronte ad un'amministrazione "impotente" che non riesce a garantire il rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione né il rispetto degli obblighi previsti dalla legislazione vigente.  Cosa di una gravità inaudita anche perché in altri Comuni (Firenze, Milano, Torino o Cagliari, solo per citare alcuni dei centri urbani e in aggiunta Fabriano) si dà luogo a patti concertati tra pubblica amministrazione, esercenti e cittadinanza, a Jesi invece -  da buoni ultimi - e altresì schiavi di una cultura iper liberista da "tardo Impero", si rinuncia ad agire.   Ma al di là di tutto, fa sorridere il fatto che dal consiglio comunale sia scaturita come unico risultato una risoluzione che "invita" i dirigenti ed i tecnici ad armonizzare entro sei mesi i regolamenti comunali con la normativa generale. Sarà certamente una fatica immane per quella stessa amministrazione che ha impiegato 7 mesi (in luogo dei 2, come da obbligo di legge) per portare in Consiglio una proposta d'iniziativa popolare.  Forse sarebbe più propriamente il caso di dire che la  montagna ha partorito un topolino.   Da ultimo, occorre sottolineare che, con il proprio voto, Lor Signori hanno assestato un duro colpo alle speranze di quei cittadini che, facendosi carico di un complesso quanto puntuale atto di indirizzo, hanno rinunciato alla via degli esposti e delle denunce per privilegiare la via delle istituzioni. Conoscendo il risibile senso delle istituzioni che c'è in giro, la cosa non ci stupisce, quasi sicuramente ci preoccupa perché al peggio non c'è mai fine.


Consiglio comunale di Jesi

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 01-10-2014 alle 23:12 sul giornale del 02 ottobre 2014 - 1136 letture